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"Scrivere per La bellezza del giorno di Margherita Ortolani è come intraprendere un viaggio per mare d'inchiostro su una barchetta rappresentata da una brevissima forma di scrittura. Si prova qui a riprodurre l'attraversamento di, da e su e tra, parole consegnate nel testo dalla sua autrice con divertita umiltà a un pubblico oltraggio, ancor prima che consegnato da lei attuato. È sempre nuda anche la lettura di chi si dispone all'ascolto di Ortolani, adagiandosi nella casualità degli accadimenti umani "troppo umani", a tratti surreali e comici, talvolta violenti e talaltra sensibili ed educati, ma mai consueti e "non di sillabe soltanto". Il noto Gozzano postdecadente in Ortolani diviene (finalmente!) sembianza anarchica, autentica distopia di poeta." (Dall'introduzione di Vincenza Di Vita)